Non che voglia demolire stasera alle 1:15 di notte la valenza culturale dell’opera dei Fratelli Taviani (anche se la tentazione è forte).
Ma la scena madre di Good morning Babilonia del 1987 in cui i poveri e belli fratelli Bonanno rivendicano al responsabile del set di Intollerance le nobili origini della razza italica mettendole a confronto con la dubbia identità nazionale del tipico americano wasp, mi è sembrata più che la trasposizione cinematografica del razzismo subito dai migranti italiani negli Stati Uniti, una tavanata nazionalistica per ingraziare il pubblico che ricorda i precedenti film spazzatura di Carlo Pedersoli Lo chiamavano Bulldozer (1987) e Bomber (1982).
Natualmente però il tema della rivincita dell’italiano povero, ma bello, sgangherato ma genuino, sull’americano ricco e prepotente in un film di Bud Spencer ci sta benissimo, in un pappone con pretese di capolavoro come il film dei Taviani mette abbastanza tristezza.